lunedì 28 marzo 2011

Pregiudizi nei confronti della disabilità

Nel panorama culturale italiano il concetto di “disabilità” rientra ancora in un meccanismo collettivo che tende a categorizzare determinate realtà sociali in generiche identità globali per i pregiudizi determinati da una relativa conoscenza.
Dette premesse favoriscono visioni e classificazioni standarizzate che provocano scarsa attenzione al sostegno e all'integrazione dei disabili nel contesto quotidiano, aspetto per altro trascurato, in primis, a livello istituzionale.
A confermarlo è l'ultima ricerca presentata a Roma il 20 Ottobre scorso, dalla fondazione Cesare Serono/Censis sulla percezione della Sindrome di Down, del Morbo di Parkinson, della Sclerosi multipla e dell'Autismo.
Lo studio mette in evidenza che il numero delle persone disabili, attualmente in aumento nel nostro paese, è ancora costretto a scontrarsi con l'invisibilità e l'ignoranza di radicati luoghi comuni diffusi nella collettività.
Dall'indagine emerge ancora che le persone disabili in Italia sono circa 4,1 milioni e alla metà degli italiani l'handicapp suscita letteralmente paura: per 9 intervistati su 10 i disabili sono accettati sono a parole ma di fatto emarginati.
Anche le persone diversamente abili suscitano, in gran parte degli italiani, sentimenti positivi come la solidarietà, l'ammirazione per la loro forza di volontà, la determinazione che comunicano, il desiderio di rendersi utili.
Sono parallelamente diffusi tuttavia comportamenti negativi come l'imbarazzo e il disagio.
La maggioranza degli italiani prova paura al pensiero dell'eventualità di potersi trovare, un giorno, a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Predomina il timore di non saper affrontare, in modo adeguato, le necessità materiali ed affettivo- relazionali delle persone disabili che appartengono al loro mondo.
Un numero elevato di italiani si dichiara indifferente al problema.
Lo studio della percezione sociale della disabilità evidenzia sentimenti che oscillano tra la partecipazione umana e la paura.
Un numero consistente di intervistati esprime in merito opinioni negative, nega che ci sia accettazione sociale e ritiene che la disabilità mentale ingeneri ora diffidenza ora paura. Queste persone spesso vengono discriminate proprio per tali ragioni.
In merito all'eziologia dell'handicapp, gli intervistati, dimostrano di non possedere conoscenze scientifiche appropriate, di avere informazioni generiche frutto di stereotipi e luoghi comuni.
In merito alla Sindrome di Down e in particolare sulle caratteristiche fisiche delle persone affette, si riscontra, un comune pensare che a tratti si colloca su posizioni pseudo-razziste che tendono a voler cogliere elementi di somiglianza tra soggetti colpiti da Trisomia 21.
Disinformazioni diffuse, esito degli effetti di una comunicazione poco rigorosa e scientifica, si riscontrano anche in merito a malattie comuni come Parkinson, Sclerosi Multipla e Autismo.

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